Il nuovo statuto della Fondazione Monte dei Paschi di Siena è definitivamente in vigore dopo l’autorizzazione giunta in data 12 giugno da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di un testo fortemente innovativo che innesca una vera e propria rivoluzione “copernicana”, recependo inoltre le normative vigenti e le più attuali indicazioni per istituzioni come la nostra.Rafforzato fortemente il concetto di autonomia, ridisegnata in maniera determinante la governance, tagliati sensibilmente i costi per gli amministratori, introdotti requisiti di professionalità più stringenti e ridefinite le incompatibilità per chi viene designato negli organismi della Fondazione. Questi i principali elementi che lo caratterizzano e che consentono di proiettare più efficacemente la nostra istituzione verso nuovi obiettivi in termini strategici ed operativi.
Si conclude così positivamente un iter di revisione che ha preso avvio nel luglio 2012 con la costituzione di un gruppo di lavoro all’interno della Deputazione Generale. Revisione resasi non più procrastinabile a causa di tre principali fattori: la legge 27 del 2012 sulle incompatibilità, che impone un adeguamento su questo tema; il varo, lo scorso anno, della Carta delle Fondazioni, promossa dall’Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria, che impegna gli aderenti a recepire entro il 30 giugno prossimo alcuni principi fondamentali in tema di governance, di requisiti e incompatibilità, di attività istituzionale e di gestione del patrimonio; la sentenza della Corte Costituzionale 301 del 2003 che in termini di governance prevede che gli enti istituzionali del territorio non siano prevalenti nell’organo di indirizzo, garantendo una qualificata, ma equilibrata rappresentanza degli enti, pubblici e privati, espressioni della realtà locale.
Un’ampia consultazione
Di fronte alla necessità di procedere si è voluto promuovere e favorire la massima consultazione con la comunità di riferimento proprio nella consapevolezza anche della vacatio di rappresentatività politica causata dal commissariamento del Comune di Siena. Così una bozza con le modifiche statutarie ipotizzate è stata pubblicata on line sul sito della Fondazione fin dal 12 marzo scorso, consentendone la libera consultazione e invitando tutti gli Enti pubblici e privati radicati sul territorio senese ad avanzare le loro proposte di modifica. In questo modo si è consentito di esprimere le loro proposte anche a tutte quelle forze politiche, ma non solo a esse, che potenzialmente sarebbero state rappresentante nel consiglio comunale senese. La Fondazione per favorire il massimo approfondimento sul tema ha quindi promosso e organizzato incontri per analizzare le ipotesi di revisione. Il primo ha visto coinvolti i rappresentanti gli Enti nominanti e co-nominanti. Gli altri si sono poi svolti con i capigruppo della Provincia di Siena, con le categorie economiche presso la Camera di Commercio, con le organizzazioni sindacali, con la Consulta Provinciale del Volontariato, con i sindaci dei Comuni della nostra provincia, con il Magistrato delle Contrade.
A seguito della consultazione sono giunti pareri e osservazioni dai seguenti soggetti in possesso dei requisiti richiesti: Accademia Senese degli Intronati; Associazione Culturale Pietraserena; Camera di Commercio di Siena; Cisl di Siena; Confcooperative e Legacoop di Siena; Consulta Provinciale del Volontariato; Federmanager; Fondazione Giovanni Chelli; Ordine dei Dottori Commercialisti di Siena; Provincia, Comune e Camera di Commercio di Grosseto; Provincia di Siena (oltre alle mozioni presentate da vari Gruppi Consiliari); Università per Stranieri di Siena.
Le osservazioni pervenute
Gli ambiti sui quali si è registrata la maggiore concentrazione di considerazioni e proposte sono stati i seguenti: la definizione del territorio storico di riferimento della Fondazione; il mantenimento dei legami della Fondazione – e, per quanto di riflesso, di Banca Mps – con il territorio storico di riferimento; la definizione di una nuova disciplina in materia di composizione e di nomina della Deputazione Generale (in particolare, la ridefinizione degli Enti designanti); la modifica della composizione della Deputazione Amministratrice; la definizione dei requisiti di professionalità e onorabilità; il tema degli emolumenti degli amministratori designati; la disciplina delle cause di incompatibilità.
Alcuni partecipanti alla consultazione (i Gruppi del Popolo della Libertà e di Rifondazione Comunista alla Provincia di Siena) non hanno inviato proposte di revisione chiedendo invece che ogni decisione circa la modifica dello statuto (analoga richiesta era venuta anche da Pietraserena) fosse rimandata a dopo le elezioni comunali di Siena, di modo che il Comune, commissariato, potesse esprimere le proprie vedute nella pienezza della legittimazione derivante dalla consultazione elettorale. Ricevute le proposte di revisione la Deputazione Generale ha proceduto a un loro approfondito esame, verificandone la coerenza con le modifiche statutarie rese necessarie dalle norme vigenti e dall’attuale situazione economico-finanziaria della Fondazione Mps. Dopo lunga riflessione, molte riunioni e un dibattito serrato l’organo di indirizzo, unico competente in materia, ha quindi stilato e successivamente approvato il testo definitivo.
Le principali modifiche
Analizzando le principali modifiche, nel primo capitolo riguardante gli scopi della Fondazione si ribadisce che essa “garantisce il proprio impegno affinché siano mantenute nella città di Siena la sede e la Direzione Generale della Banca Monte dei Paschi” e che almeno la maggioranza dei membri ed il presidente del Consiglio di Amministrazione di Banca Mps “siano scelti tra persone domiciliate nel Comune o nella provincia di Siena”.
Rafforzato, come previsto dalla normativa, anche il concetto di autonomia con l’introduzione della frase: “la Fondazione svolge la propria attività in piena indipendenza e autonomia secondo principi di economicità e di programmazione annuale e pluriennale, tenendo conto delle istanze e dei bisogni provenienti dal territorio” ed aggiungendo più oltre che opera anche con un’attenzione agli interventi programmati dagli altri enti e istituzioni del territorio di competenza “nel rispetto del principio costituzionale di sussidiarietà e delle rispettive prerogative decisionali“. Un concetto rafforzato anche nel punto dove si parla della Deputazione Generale rilevando che i suoi membri “agiscono in piena autonomia e indipendenza nell’esclusivo interesse della Fondazione per realizzare gli scopi previsti nello statuto” che si integra con la frase già presente nello statuto del 2001 dove, sempre riguardo ai membri della Dg si specifica che “non rappresentano gli Enti dai quali sono stati designati, né rispondono ad essi del loro operato”.
Uno dei punti principali di revisione del nuovo statuto fortemente innovativo è stato quello della governance. La Deputazione Generale, organo di indirizzo della Fondazione, vede i suoi componenti scendere da 16 a 14 e una redistribuzione del numero dei designati da parte degli enti, tesa a un riequilibrio della rappresentanza di enti pubblici e privati, e diluendo la possibilità di una prevalenza dell’influenza politica nell’orientare le scelte strategiche della Fondazione.
Per la nuova composizione dell’organismo è prevista la designazione di 4 componenti da parte del Comune di Siena, 2 dalla Provincia di Siena, 1 rispettivamente da Regione Toscana, Università degli Studi di Siena, Arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, Camera di Commercio di Siena, Università per Stranieri di Siena. Membri che verranno poi nominati dalla Deputazione uscente. La stessa Deputazione provvederà alla nomina dei rimanenti 3 membri con le seguenti modalità: uno da scegliersi fra una terna di nominativi proposta dalla Consulta Provinciale del Volontariato; due nell’ambito di altrettante terne di nominativi proposte rispettivamente da organismi regionali, nazionali o internazionali, individuati dalla stessa Deputazione Generale, operanti nei campi dell’Arte e della Cultura, della Ricerca Scientifica, dello Sviluppo Economico, della Tutela dell’Ambiente e del Paesaggio, della Cooperazione Internazionale, che abbiano rilevanza strategica per lo sviluppo del territorio di riferimento della Fondazione. Una chiara apertura dunque verso orizzonti più ampi con cui interagire e ricercare proficue collaborazioni.
La Deputazione Generale provvede alla nomina del Presidente della Fondazione e della Deputazione Amministratrice i cui membri passano da 6 a 4, scelti tra persone che abbiano maturato una comprovata e pluriennale esperienza in almeno uno dei seguenti ambiti: amministrazione, gestione e controllo del settore pubblico o privato; insegnamento universitario in materie giuridiche ed economico-finanziarie, libera professione (forense, di consulenza aziendale, di dottore commercialista).
Ridotti in modo consistente, sulla linea già intrapresa da tempo, anche i costi relativi agli amministratori. I componenti della Deputazione Generale riceveranno un’indennità di carica costituita da medaglie di presenza per la partecipazione alle riunioni. A Presidente e membri della Deputazione Amministratrice, così come ai membri del Consiglio dei Sindaci Revisori, spetta un compenso fisso, mentre è stata abolita la medaglia di presenza per ogni singola riunione. L’entità delle indennità viene determinata dalla Deputazione Generale tenuto conto della congruità rispetto alla natura istituzionale, alla dimensione e agli oneri di gestione complessivi della Fondazione. Per tutte le nomine sono stati introdotti requisiti più elevati e stringenti in fatto di onorabilità, compatibilità, competenza, professionalità, autorevolezza. I requisiti vengono fissati dalla Deputazione Generale e resi pubblici.
Non possono far parte della Deputazione Generale, tra gli altri, gli amministratori, i componenti del collegio dei sindaci e i dipendenti degli Enti che hanno potere di designazione dei suoi componenti o il potere di indicare le terne, i componenti di organi di altre Fondazioni bancarie, amministratori di soggetti destinatari degli interventi della FMps con i quali la Fondazione abbia rapporti organici e permanenti.
Inoltre è stata prevista una “finestra” di almeno un anno dalla cessazione della carica prima di poter essere nominati in Fondazione per i membri del Parlamento italiano ed europeo, del Consiglio dei Ministri, della Corte Costituzionale, i presidenti e i membri di consigli regionali e provinciali, i presidenti di giunte provinciali e regionali, i membri dei consigli comunali e gli assessori comunali di Comuni con popolazione superiore a 50mila abitanti, i segretari e i direttori generali di Regioni, Province e Comuni situati nei territori di attività della Fondazione. Non sono compatibili con la carica di deputato i sindaci dei Comuni con popolazione inferiore a 50mila abitanti e coloro che ricoprono, un ruolo esecutivo all’interno di un partito o di un raggruppamento politico che abbia partecipato ad elezioni politiche o amministrative. Deputati e Presidente non possono essere nominati per più di due volte consecutivamente. Infine il nuovo statuto introduce per la prima volta una sfasatura temporale nella durata in carica, quattro anni, dei diversi organi (nei quali è prevista la presenza di entrambi i generi). Così la Deputazione Generale dopo un anno dal suo insediamento nominerà almeno 30 giorni prima della loro scadenza Deputazione Amministratrice, Presidente e Collegio dei Sindaci Revisori.
Come norma transitoria, introdotta per determinare tale sfasamento, il Presidente e la Deputazione Amministratrice e il collegio dei sindaci verranno nominati dalla prossima Deputazione Generale nella sua seduta di insediamento, ma resteranno in carica per un solo esercizio e decadranno con l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio stesso. Tale mandato non sarà conteggiato ai fini del limite di due mandati consecutivi.
Le modifiche dunque sono sostanziali e configurano una vera e propria rivoluzione non solo nella concezione di governance, ma anche nell’impostazione complessiva dello statuto. Evidente la volontà di creare i presupposti per far assumere alla Fondazione un nuovo ruolo che la proietti in maniera più coagente sul territorio di riferimento, ma anche che ampli gli orizzonti verso realtà nazionali e internazionali, attraverso il coinvolgimento di enti e istituzioni che possa avere un positivo ritorno per la stessa Fondazione e il suo territorio.